Edizioni Virtuali

Pubblicità a portata di click! Diventa inserzionista ed incrementa il tuo business. Scopri come dal Network di Edizioni Virtuali.
Pubblicità Edizioni Virtuali

Meteo Pompei



Spiacenti no dati disponible!



Data powered by

 

I Calchi, la testimonianza più tragica della catastrofe

Nel 1863 durante alcuni lavori di scavo gli operai si trovarono di fronte ad una cavità in fondo alla quale scorsero tracce di ossa umane. L’archeologo Fiorelli ordinò che in quel buco e in quelli vicini, venisse versato del gesso liquido. Una volta che la colata fu asciutta, eliminati i residui di pomici e di cenere indurita, quelle cavità rivelarono i corpi di alcuni pompeiani rimasti sepolti per millenni.

La tecnica dei calchi consiste dunque nel riempire di gesso il vuoto lasciato dai corpi ormai dissolti nella cenere e nel materiale vulcanico che, nel solidificarsi, prese la forma di quanto aveva sommerso. Questi calchi, conservati nell’Antiquarium di Pompei, costituiscono una delle testimonianze più tragiche della catastrofe che colpì la città.

Grazie alla tecnica inventata da Fiorelli possiamo scorgere le espressione dei volti, le forme dei vestiti, le posizioni in cui i pompeiani furono sorpresi dalla furia del vulcano. Non solo. I calchi ci restituiscono anche la forma delle porte, delle finestre, dei mobili e perfino delle piante e degli animali.

Dalla posizione di alcuni calchi si può intuire che la gran parte dei pompeiani morì per le esalazioni di gasi nocivi che l’eruzione disperse nell’aria. Uomini, donne e bambini rannicchiati, con le mani a coprirsi il volto, un cane ancora legato al guinzaglio. Tutti elementi che fanno pensare che gli antichi abitanti non ebbero neanche il tempo di scappare. Il Vesuvio li imprigionò per sempre nell’attività che stavano compiendo al momento dell’eruzione.

Cerca su Pompei.net
Partecipa al Sondaggio!

Vorresti visitare Pompei?

View Results

Loading ... Loading ...